Formazione alla scrittura cinematografica e alla docu-fiction
1989 -
CORSO PER SCENEGGIATORE “IL MESTIERE DI SCENEGGIATORE” CON
LUCIO BATTISTRADA E MASSIMO FELISATTI PROMOSSO DALLA “LIBERA
INFORMAZIONE EDITRICE, SPA” DI ROMA, PROPRIETARIA DEL SETTIMANALE
“AVVENIMENTI”
1995
-
CORSI DI DIZIONE, TECNICHE DI RECITAZIONE E REGIA
TEATRALE
1999 / 2001 - Seminari di STUDI SULLA SCENEGGIATURA CON Franco
Bernini, SUSO CECCHI d’AMICO e barry gifford CINETECA
Lumiére DI BOLOGNA
2001
- Corso “il linguaggio del cinema” a cura del
centro cinematografico la luna nel pozzo e della cooperativa di innovazione
culturale "volo", Bologna,
Riconosciuto dal ministero dei Beni e delle attivita’ culturali
dipartimento dello spettacolo.
2003
- SEgnalazione al Premio Solinas 2002 con il soggetto "Leggeri"
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Segue biografia completa
a cura di Paolo Miozza
E'
difficile comprendere e decifrare il lavoro di Giose Fornillo, se non
attraverso la sua storia personale, le vicende, gli incontri e le scelte
della sua vita, perché in ciò che fino ad ora ha scritto c'è sempre un
pezzo di quello che ha vissuto, osservato e cercato.
Figlio
di emigranti, (genitori di origini lucane) nasce nel marzo del 1966 a
Casacalenda, paese a metà strada tra il capoluogo molisano Campobasso
e la costa adriatica. Proletario "vero e consapevole" impara fin da ragazzo il prezzo del lavoro, del
lavoro duro che non conosce orari,
tutele,
che non ti chiede
quanti anni hai, se sei stanco, il lavoro che si fa e basta.
La mattina a scuola, il pomeriggio in bottega ad imparare un mestiere
oppure su di una impalcatura ad aiutare il padre muratore.
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Questa condizione non gli impedisce comunque di
avvicinarsi ai gruppi cattolici, vicini alla sinistra democratica e nonviolenta,
protagonisti del grande movimento pacifista degli anni 80. In quel
periodo è tra i fondatori di "Rosso
di Sera", un piccolo periodico locale che riesce, però, spesso a
scuotere le sonnacchiose coscienze dell'allora "bianchissimo"
Molise. Inizia
proprio dalle pagine di questo giornale la passione di Giose Fornillo per
la scrittura: il piacere di raccontare fatti, di descrivere luoghi e
persone lo porterà nel 1991 alla stesura del primo successo teatrale "A
Pesciuotte", un gustoso ritratto in vernacolo del paese natio di fine
800, visto dagli occhi curiosi e disincantati di una donna "del
popolo", che và in scena nel 1994. |
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L'anno successivo fonda con alcuni amici l'associazione "Softboom",
con cui allarga il campo dei suoi interessi, organizzando eventi musicali e
culturali collaborando a nuovi lavori teatrali tra cui "Peppìne e
l'africano" (di Roberta d’Annessa). Ma
è con il gruppo teatrale "Compagnia del Volàno" che prende forma
definitiva la sua scelta per il teatro. Nel 1997 scrive e mette in scena
"Mamma
guarda...il Molise!",
cronaca della vita di una famiglia 'normale'
presa dallo sconcerto per le notizie di tangentopoli e le delusioni del
contratto nazionale dei metalmeccanici.
Nel
1998, per la mancanza di una prospettiva di lavoro sicura, si trasferisce con la
moglie Mena e la prima figlia Francesca a Bologna, città
che gli permette di conciliare il suo lavoro di educatore presso strutture di
recupero, e la passione per la scrittura. Proprio a Bologna scrive e mette in
scena due nuovi lavori teatrali: “Le
ragioni di un clown” e “Burattinandola”;
inoltre completa la sceneggiatura per un film-Tv: Celestino
V.
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Nel 1999
dopo la nascita della seconda figlia, Flavia, scrive altri tre soggetti per
il cinema: “Vita da grandi”, “Solo per lei” e “Leggeri”
segnalato al Premio Solinas 2002,
mentre per il teatro aggiunge due titoli prossimi alla messa in scena:
“Le fragole, il rosso e… la luna” e
“Per un pugno di maschi”,
adattamento teatrale di “Solo per lei”.
Da Bologna inizia l'esperienza del "teatro sociale"; fonda l'ass.
TeatroEterapiA, e realizza "Un amica molto speciale" rappresentazione di un
laboratorio per abilità differenti. Nel
2005, disorientato e sopraffatto dalla vita di città, in una Bologna che lui
stesso osa definire “sempre più caotica e oppressa dalla crescente
speculazione edilizia” proprio per la mancanza di una prospettiva
abitativa certa e dignitosa decide di trasferirsi ancora, a Chiusa di Pesio nel
cunese. In provincia Granda scrive
“Liberi di sorridere” un soggetto per film e docu-fiction sul tema del disagio sociale e consolida l'esperienza del
"teatro sociale" con due progetti realizzati in comuni di vallata: "Io
vivo qui! Storie di vita in Alta valle Maira",
una raccolta di autobiografie descritte in una tesi, pubblicate
nell’omonimo libro e rappresentate in “RiVersi nelle
Valli”;
"Teatro Itinerante" con il riadattamento de " Le ragioni di un clown"
e il nuovo teatro, in aria occitana, "Per un pugno di Maschi"
realizzato con Espaci Occitan di Dronero (Cn) e FCR di Torino.
In
questi anni ogni parola scritta da Giose Fornillo è stata prima detta,
ascoltata, ogni vicenda narrata è stata emotivamente prima vissuta, l'ironia
che spesso troviamo nei suoi personaggi è la stessa con cui affronta i
fatti grandi e piccoli della sua vita, la malinconia delle sue storie è
l'amarezza delle scelte di tante donne e tanti uomini come lui del sud, il filo
ideale dei suoi scritti è lo stesso che lega il suo impegno per le cose in cui
crede.
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